Nella cultura occidentale la tendenza è quella di considerare la malattia come un’alterazione, una lesione o un’aggressione dall’esterno. Nel caso del cancro viene utilizzata la metafora della guerra; a parecchi sarà capitato di leggere frasi quali “combattere il cancro”, “la lotta al cancro", “vincere la battaglia contro il cancro”. Questa visione, anziché consentire di percepire “il cancro” come qualcosa di legato ai conflitti, alle abitudini o agli stili di vita della Persona, aumenta il sentimento di timore verso di essa e ne impedisce una giusta comprensione.
“Il malato soffre più dei suoi pensieri che della stessa malattia”. Nietzsche
La visione olistica, partendo da premesse eco-sistemiche, consente di collocare il processo considerato patologico dentro una dimensione più vasta, che coinvolge l’Anima, la Mente e il Corpo. Il modello olistico in oncologia mette la persona al centro: essa diventa un soggetto attivo, in grado di contribuire, con gli atteggiamenti mentali e con le emozioni, a mobilitare le proprie capacità per una migliore qualità di vita.
Un programma efficace di cura deve sempre porsi come obiettivi prioritari quelli di:
- sollecitare ogni persona ad attivare le proprie risorse interne
- stimolare ogni persona a sviluppare una nuova forma di consapevolezza di sé e della cura.